Su The Breast, importante rivista scientifica che raccoglie gli studi e i commenti più autorevoli in ambito di prevenzione, diagnosi e trattamento del tumore al seno, è stato pubblicato un articolo a firma di tre esperti internazionali, tra cui il dottor Oreste Gentilini, primario dell’Unità di Chirurgia della mammella dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, che fa il punto sui possibili vantaggi della chirurgia conservativa per il tumore al seno in fase precoce rispetto a quella demolitiva (mastectomia). “Recenti studi che hanno coinvolto grandi numeri di donne con cancro al seno in fase precoce hanno dimostrato che il tasso di mortalità delle pazienti sottoposte a chirurgia conservativa era addirittura inferiore rispetto a quelle a cui era stata praticata una mastectomia” spiega l’esperto. “Le ragioni non sono ancora chiare. Oltre all’impatto della radioterapia post-operatoria, tra le varie ipotesi c’è anche l’idea che un’operazione più invasiva come la mastectomia possa provocare un indebolimento del sistema immunitario” chiarisce Gentilini, che continua: “Il numero di donne sottoposte a mastectomie non necessarie è ancora troppo alto. ‘Meno è meglio’: ogni caso deve essere valutato con l’obiettivo duplice di eradicare il tumore e garantire alle donne una migliore qualità di vita”.
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